Ruddy Morfaw è una giurista, scrittrice e artista di spoken word camerunense. Per oltre un decennio ha lavorato con diverse istituzioni nell’ambito dei diritti umani, della pace, lo sviluppo e dei contenziosi societari.
In precedenza ha lavorato come ricercatrice e attista per i diritti umani per la Cameroon National Commission on Human Rights and Freedoms (NCHRF) nella regione del Sud-Est, ed è attualmente impiegata come consulente di ricerca presso la African Commission on Human and Peoples’ Rights.
In quanto giurista, ha a cuore una gestione inclusiva e responsabile dei sistemi pubblici e aziendali.
Come artista, la sua creatività trova espressione nella poesia, il dibattito, la scrittura per il teatro, la grafiche e altre forme d’arte contemporanea.
Sei una giurista: cosa ti ha spinto a studiare legge? Sei sempre stata interessata a quest’ambito?
Credo di essere sempre stata interessata alla comunicazione in senso lato, da bambina giocavo spesso “al telegiornale” ovunque mi trovassi. Il mio unico problema era la timidezza. Al momento dell’iscrizione all’Università, mia madre mi ha incoraggiato a studiare legge, considerandola una piattaforma che mi avrebbe aperto altre opportunità. Ho seguito il suo buonsenso e sono andata avanti in quella direzione.
Nel tempo ho lavorato principalmente in ambito legale, ma ha sempre dato spazio agli altri miei interessi e ai talenti artistici. Ma sicuramente il mio background giuridico ha costituito una fonte di ispirazione e di ragionamento.
Ti occupi con passione di politica e diritti umani: la difesa dei diritti umani contrasta con l’attivismo politico o ne è parte integrante?
Credo che la difesa dei diritti umani sia, in un certo senso, il cuore dell’attivismo politico. Ciò che costituisce le politiche che vengono proposte ed eventualmente applicate, sono proprio i diritti umani che d’altra parte vengono invocati – la differenza la fa la posizione della persona, il suo essere un politico o semplicemente un attivista.
In che rapporto stanno le leggi e i diritti umani con l’arte? La poesia è capace di esprimersi con più efficacia di altri linguaggi su certi temi?
L’arte è sempre influenzata dall’ambiente socio-politico in cui vive l’artista. Amo la letteratura e in particolare la poesia perché trova sempre il modo per parlare di qualsiasi argomento e con grande creatività. Credo che la poesia dimostri a volte di essere più efficace su temi sensibili come la legge, la politica e i diritti umani grazie alla sua capacità di esprimersi intensamente con parole dirette o con sottigliezza, o anche tramite uno stile satirico che induce a riflettere.
La poesia, quindi, raggiunge un pubblico più vasto, soprattutto arriva a quelle persone che altrimenti non si preoccuperebbero della politica del loro tempo che, tuttavia, ha un effetto importante sulla loro vita quotidiana.
Parliamo di empowerment femminile. Le donne del tuo Paese sono attive a livello sociale e politico, e nella vita di tutti i giorni?
Sebbene gli uomini occupino la maggior parte dello spazio, le donne camerunensi dimostrano di avere un crescente interesse per la politica. La Crisi Anglofona – in corso da sei anni – ha prodotto un clima socio-politico teso nelle regioni anglofone, che a sua volta ha indotto le comuni cittadine a essere più prudenti nelle richieste al Governo.
Sei stata invitata a recitare la tua poesia Across Borders alla 75esima assemblea ordinaria della African Commission on Human and Peoples’ Rights. È incredibile vedere la poesia entrare in una sede istituzionale per parlare di migrazione, passaporti e commerci con la chiarezza e la forza che manca a tanti discorsi politici. Cosa ti ha ispirato a scrivere su questi temi e come mai sei stata invitata ad esibirti all’assemblea?
Mi piace scrivere poesie politiche perché sento che è un modo efficace di esprimersi liberamente e profondamente, e di portare l’attenzione su argomenti di cui si è parlato talmente spesso e in maniera talmente semplicistica da essere diventati dei cliché ormai ignorati. Una dinamica piuttosto comune in politica.
Ho scritto e recitato un certo numero di poesie con successo. Tra queste A Forward to the Statesman che ho recitato su invito all’11esimo Dialogo di alto livello su Democrazia, Governance e Diritti Umani organizzato dalla African Governance Architecture dell’Unione Africana (AU-AGA) in Benin nel 2022. Il testo si concentrava sul cambiamento incostituzionale dei Governi in Africa.
Successivamente a questa performance, la Commissione africana per i dirittti umani e dei popoli in Gambia – dove lavoro – mi ha chiesto di recitare un pezzo per la sua 75esima sessione ordinaria. Across Borders si concentra sul Trattato di Libero Commercio Continentale Africano (AfCFTA), ispirato al tema dell’Unione Africana per il 2023, ‘Accelerare l’implementazione dell’AfCFTA’, così come dai panel svoltisi durante l’assemblea.
La mia preparazione sui temi che riguardano le migrazioni, i commerci e i diritti umani, così come la mia esperienza personale rispetto alle limitazioni di viaggio all’interno dell’Africa, sono stati per me una facile base di partenza per la preparazione di questo pezzo. I colleghi hanno espresso il loro apprezzamento e tutti sono rimasti colpiti dal risultato finale.
Intervista a cura di Gaia Resta
Link all’intervista originale in inglese
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