Effie Nkrumah – Benumah (autrice ospite)

Il suo nome è Effie Nkrumah, ma è meglio conosciuta con il suo nome d’arte, Benumah. È un’artista eclettica – scrittrice, poetessa, attrice e regista – oltre che ricercatrice universitaria.

Benumah racconta ad AfroWomenPoetry del suo primo approccio con l’arte poetica. Era il 2011: “Avevo bisogno di un modo per esternare tutte le mie domande e i miei pensieri – è stato un caso fortuito, e mentre rimuginavo su alcuni quesiti che mi preoccupavano mi ritrovai a scrivere quella che fu la mia prima poesia, “Remember the Days Big Butt?”.

Benumah afferma che il suo lavoro artistico riflette le sue origini – ad esempio, promuove la “multi-etnicità” ed evita termini quali “misto” o “bi-razziale”. Lo scopo della sua sua arte è quello di incentivare le persone a discutere dei problemi in maniera approfondita. “È un incoraggiamento a pensare diversamente, a guardare le cose da un punto di vista che non avrebbero mai considerato prima, oppure – se posso azzardare – di cui non erano al corrente. Il mio lavoro sprona le persone a cambiare e a porre domande su se stessi e per se stessi”, spiega Benumah. Secondo l’artista, il potere della poesia risiede proprio nella sua apertura e accessibilità: “Certo, ci sono regole e alcuni scrivono “meglio” di altri, ma è davvero per tutti”.

Scrivere poesie consente a Benumah di “porre domande, esprimere pensieri e preoccupazioni, condividere osservazioni e desideri senza dover necessariamente scrivere un articolo, un copione o una canzone”. L’elemento chiave è che il pubblico possa identificarsi e trarre insegnamento dalle esperienze e dai sentimenti della poetessa.

Nata in Zimbabwe da genitori ghanesi ma cresciuta a Sidney, Benumah vive attualmente in Ghana da cui spesso si sposta per tornare in Australia. Per via di questi viaggi frequenti si sente di rappresentare costantemente entrambi i luoghi ed entrambi i lati della sua essenza. “Quando lavoravo a New York sentivo la responsabilità di rappresentare la mia parte ghanese più intensamente. Semplicemente perché c’è ancora tanta ignoranza, specialmente nei confronti del Ghana”.

Inoltre, Benumah dipinge un quadro positivo dell’interazione con la comunità di artisti africani: “In quanto artista australiana so bene quanto il patrimonio artistico africano sia vivace e variegato. Trovo che queste collaborazioni siano di fatto più spontanee quando ci si trova sul suolo comune a entrambi, ad esempio in Ghana, in Nigeria, ecc.”


“Attraverso il mondo”


Attraverso questo mondo come se
come se non dovessi essere qui
non come una cristiana in vista della sua casa celeste
No
Attraverso il mondo come se
mi dovesse essere concessa autorizzazione
mi dovesse essere concessa autorizzazione
per sedermi in quel punto
nuotare in quella piscina
di ignoranza
che ha pavimentato passerelle per farci attraversare a piedi le strutture della struttura.
Tieni gli occhi bassi
Scusa, scusa sempre.
Chiedi scusa! Chiedi scusa!
Spostati a destra. Infilati in quel buco.
Stop.
Devo essere autorizzata
a vivere, camminare e attraversare
Cosa significa rendersi conto che poni la domanda che non viene fatta?
Perché sei qui? Come mai stai qui? Chi ti ha dato…
Spiegare quando non è necessario?
Volevo dire che è stata colpa tua
Voglio dire che è colpa tua
Dirò che è colpa tua
che non mi concedo il permesso
e passo il mio tempo a guardare e aspettare e girare e cliccare sulle immagini
e parole e voce che si autoconcedono il permesso.
Il permesso di attraversare senza permesso.
Attraverso questo mondo come se non avessi il permesso di essere qui
finché non potrò dire di averlo.


(I traverse the world, Benumah ©2017 – “Attraverso il mondo”, traduzione di Maria Luisa Vezzali)



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