Lydol la slameuse

Lydol“, all’anagrafe Dolly Sorel Nwafo, è un’artista camerunese, giovane ma già molto affermata nel continente africano. Residente nella capitale Yaoundé, trova il tempo non solo per dedicarsi agli studi in economia e finanza – sta lavorando alla tesi di dottorato – ma anche per perseguire le sue passioni creative. Impegnata da ormai quasi dieci anni nello slam, ha avviato quest’anno con successo anche la carriera musicale, pubblicando il suo primo album, “Slamthérapie“, con il quale ha vinto una nomination a Canal 2’Or come rivelazione del 2018. Un talento eclettico quindi, ma andiamo con ordine e cominciamo dal principio.

Come lei stessa ci racconta, quando tutto cominciò “ero piccola e molto timida e ogni volta che mi capitava qualcosa mi rifugiavo nella scrittura, raccontavo al mio ‘diario segreto’ tutto ciò che mi accadeva e che non avevo il coraggio di dire. Sento la parola ‘Slam’ per la prima volta nel 2010 in occasione di una competizione, a cui ho partecipato e che ho vinto – a quell’epoca avevo 15 anni. All’inizio non era che una passione per la scrittura ma col tempo è diventato un modo di vivere.

Un modo di vivere e una ragione per scrivere, che per molte donne dell’Africa occidentale parte dalla lotta contro la disparità tra i sessi e la violenza di genere. Lydol ci descrive una motivazione diversa e personale: “che ciascuno scelga una ragione per cui scrivere vale tanto per gli uomini quanto per le donne. In Camerun purtroppo non ci sono molte slameuse ma lo scopo non sempre è di denunciare o accusare. Io ho trovato conforto nelle parole ed è questo amore che ho ricevuto che cerco di ridistribuire. Personalmente scrivo per curare con le parole (Slamthérapie – Slamterapia), guarire le ferite del cuore. Ovviamente come artista mi capita di prendere posizione di fronte a determinate situazioni ma la prima motivazione che ho nel fare slam è diffondere la speranza e l’amore.

Questa è una motivazione che ci pare avere comunque una forte valenza sociale in un Paese, il Camerun, lacerato dai conflitti interni in particolare tra le comunità francofone e anglofone. D’altronde Lydol dimostra un’attitudine spontanea alla scrittura multilingue, essendo i suoi testi in francese, inglese, ‘camfranglais‘ ecc… Quando le chiediamo se questo conflitto tra le due comunità si rifletta anche nella scena artistica ci risponde: “i conflitti, di qualsiasi natura essi siano, influenzano l’ambiente. Fortunatamente per noi l’arte non ha appartenenza, di lingua, di villaggio o persino di colore. Tra le persone ci possono essere differenze ma come artisti il nostro unico linguaggio è quello della nostra arte, la nostra musica. Attualmente alcuni promotori privilegiano le musiche in funzione delle circostanze e degli scopi da raggiungere ma difficilmente in ragione della lingua.

E allora parliamo di questi scopi, ovvero anche dei mali che l’artista vede nella società e che intende curare, anche con il suo nuovo album “Slamthérapie“, che “per me significa ‘curare il dolore con le parole‘. In questo album ho deciso di pormi dalla parte della soluzione. Come guarire un cuore spezzato? Consolare un essere che sanguina? Nutrendo con parole forti cerchiamo di ridare il sorriso. Testi come ‘D’un autre‘ ou ‘L’un d’eux‘ ricordano che in ogni situazione della vita c’è sempre da qualche parte qualcuno su cui si può contare. ‘Vers‘ è una discussione che incita al giudizio, ‘Light‘ e ‘Feelings‘ sono inni alla speranza mentre ‘Amina‘ è un’ode alla donna africana, bella, fiera, coraggiosa e forte. ‘Le Ndem‘ al contrario, una canzone molto ritmata, è un testo impegnato. Lo Ndem in Camfringlese rimanda a tutto ciò che non funziona o che per lo meno non segue la norma. Su un ritmo Bikutsi cerchiamo di denunciare certi fatti sociali e delle piaghe che rovinano i giovani come la mancanza di rispetto, l’alcool, la pigrizia ecc.

Lydol ci racconta ancora come lo slam sia una forma di musica a tutti gli effetti, come il Bikutsi o il Coupé Décalé. In funzione dei testi, delle tematiche e delle circostanze ogni poeta slam decide la quantità di poesia, musica, teatro, racconto o rap che vorrebbe aggiungere al suo testo, con la differenza che come cantante ha cominciato a lavorare di più al ritmo senza snaturare i testi . “Per me, lo slam prende in prestito dalle cinque discipline che ho citato sopra e i progetti ai quali lavoro sono molto vari, dallo slam super ritmato al testo a cappella passando per pezzi acustici, ma anche dal testo tecnico a quello emotivo, a seconda dell’obiettivo ricercato e delle finalità di ogni testo.

In realtà, come scrivevamo, Lydol è davvero eclettica e uno dei suoi ultimi progetti è Science Slam Cameroun, ovvero uno stimolante intreccio tra poesia e scienza che lei ci descrive così: “io sono una scienziata e, in una qualche maniera, tutti noi lo siamo. Da noi gli scienziati, o meglio gli ‘Jean école‘ [secchioni, nerd] come vengono chiamati, sono per lo più messi ai margini, considerati come persone senza alcun senso di libertà, privi di umorismo, persone che non sanno divertirsi. Essendo stata per lungo tempo trattata come tale, lo scopo di questa competizione-spettacolo è incitare gli scienziati e ricercatori a presentare in maniera artistica i propri lavori di Master o di Dottorato. Il vantaggio è doppio, per l’oratore e per il pubblico. Non solo si scopre un nuovo modo di fare le presentazioni, ma il pubblico impara cose nuove divertendosi. In occasione dei laboratori di preparazione dei candidati esploriamo come aggiungere lo slam alla scienza, come prendere la parola in pubblico ma soprattutto come avere fiducia in sé stessi.

Nel corso degli anni ha partecipato a numerosi festival e competizioni in Africa: citandone solo alcuni, dalla prima esperienza internazionale allo Spoken Word Project in Angola nel 2013 al Poetry Africa Festival in Sudafrica nel 2014, dal concorso di talenti in Costa d’Avorio nel 2016 – incantando artiste come Angelique Kidjo – fino alla responsabilità di membro della giuria alla Coppa d’Africa di Poesia Slam nel 2018, per arrivare al festival che giudica essere stato per lei il più bello, a Sauti za Busara, in Tanzania nel 2019. Ma Lydol ci racconta come la sua soddisfazione maggiore l’abbia vissuta proprio a casa sua, in Camerun. “In occasione della presentazione del mio primo album non so quante lacrime ho versato (sorriso) vedendo così tanta gente arrivare per me… non c’è nulla di più intenso e sicuramente la mia nomination a Canal 2’Or, che è stata una grande vittoria non solo per me ma per lo slam in generale.

Come si dice, Lydol sta davvero cavalcando l’onda del successo, e allora non ci resta che rivolgerle un’ultima domanda, riguardo ai suoi sogni per il futuro. Ci risponde così, con la sua energia e il suo entusiasmo: “sogni? Ne ho talmente tanti e non solo per me ma per lo slam tutto. Mi piacerebbe che le mie parole potessero fare il giro del mondo. Che i nostri festival di slam in Camerun, Slam’up e Slameroun, potessero far arrivare migliaia di persone ad ogni edizione. Che il pubblico camerunese e africano potesse amare ed adottare lo slam e, perché no, avere tra qualche anno un’accademia delle parole, una Slam’Academie. Tanti i sogni che si accalcano nel mio cuore, non so quando ma so che #LeSlamYarrivera [lo slam ce la farà].”


Link all’intervista originale in francese

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