Voglio capire
Capire l’essere che mi si presta, con cui mi si confonde
la luce cui febbrilmente mi deprimo
bruciatura, quiete dei cuori fecondi
d’amore e disprezzo profondi
Voglio capire
Capire la costola della gabbia toracica
che sono senza torto
mi addormento incollata al posto di sentimenti d’affetto
Sono, ben protetta, l’osso limato
di una sorte chiaroscura.
Luce ambigua dei sogni
sognatori di un indomani
incerto splendido
Voglio capire
Capire la mia luce così tiepida e bruciante invischiata nel sole
soffocante, fonte della mia esistenza solare
Ѐ il sole che mi brucia,
la mia passione sfrenata per questo sole
Voglio capire
Capire se Calixthe Beyala aveva ragione
nella sua fiducia beata nel mito di Edoné
credere nell’ingenuità della dolce luce
imbevuta di incrollabile umanesimo
soccorrere l’essere in angoscia sulla terra
per ricompensa cadere nella trappola tesa,
premeditata, uscirne carbonizzata
A bruciarmi un sole fallocraticamente misurato
spegnere la mia luce per sempre inumata
Voglio capire
Capire se il mondo me lo dà questo avanzo
criptato senza confondersi
Io valgo per questo sovrannumero classificato
la mia voce considerata tra le tante
la maggioranza silenziosa violentata, detronizzata
una minoranza sudicia in tentacoli tattili formati di alghe.
A ogni costo fagocitare
il secondo sesso frutto formato a piacimento
d’un sole che brucia svelato senza dubbio
Voglio capire
Capire senza piagnucolare sulla mia sorte segnata
Sono io questa luce nel mio senso ignorata
Capire che non sono questo secondo sesso al sesso secondo
Una luce virtuosa mi guida
Mi accarezza dal fondo delle mie speranze
Perdonare, riconciliarmi con la luce del sole.
Costruire ogni giorno la vita
Portare, senza pensieri né disprezzo, in me la vita
Scuotere Cielo e Terra per innalzare la vita
senza preoccuparsi del sole ardente e infernale.
***
Voglio sapere [Je veux savoir, di Marcelle Koutchoukalo Tchassim]
Traduzione di Michela Mengoli
Link alla versione originale