Fine di una giornata laboriosa

Ho letto e scrutato, copiato e sfogliato pagine
Che ne ho il cervello torturato, solcato
Come una margherita che si sfalda.
Scusatemi, non piantate nessun seme,
ho lasciato il giaciglio incolto.
Ah, se il mio Amore potesse aprirmi le sue braccia,
Poserei la testa sulla sua spalla, il mio cuscino,
Il suo profumo sarebbe una soffice coperta,
e il suo petto un morbido materasso.
Stanca, l’anima esausta e la schiena a pezzi,
Lui é la mia speranza
Ancora mi sorreggono i piedi, quindi scelgo,
nell’ora in cui il giorno fugge,
di assaporare il riposo prendendo un taxi
Sogno di un momento di solitudine,
desiderio di essere presto a casa,
Mi abbandono, svanisco e cado.
Fine dei movimenti!
Il tassista, con un gesto,
aziona la sua compagna di lavoro,
e il fruscio delle onde mi perfora i timpani
Strappando il drappo di risposo che mi inviluppava,
Oh che dolore!
Terrore, sgomento, l’agonia del silenzio
Mi getta in una voragine squartata.
E la mia anima, così sola, si trova spinta
Al centro di un’assemblea spettrale
E radiofonica,
Agonizzante sotto i colpi violenti di una parola
Profetica ritmata,
cadenzando
come una raffica di schiaffi
degli «Amen!» a degli «andrai all’inferno» patetici
È cosi allora Dio, non ami più il peccatore?
La sentenza è terribile!
E per aumentare la colpa,
mi prende come bersaglio,
forse egli ha l’unguento della rivelazione
e della conversione
Per certo, lavorando come faccio,
sempre tesa,
devo essere liberata, ma non stasera!
Ho mal di testa
E il mio Dio è misericordia,
Allora buonasera
all’inferno e ai suoi apostoli.
Signore? Spegnete la radio!

Fine di una giornata laboriosa [Fin de journée laborieuse di Anne-Corinne Bissouma (Liéma Bissouma)]
Traduzione di Roberta Felisari

 
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