La Donna, dall’alba al tramonto

Sono nata una mattina luminosa, in un grido d’innocenza.
Mi hanno avvolta in un drappo bianco, come una promessa,
e mia madre ha mormorato: “Sarà forte, sarà libera”.

Bambina, ho corso a piedi nudi nell’erba,
con la spensieratezza di una farfalla nel vento.
Mi han detto “sii brava”, così ho imparato a tacere.
Mi han detto “sii bella”, così ho imparato a sorridere.
Ma io, io volevo essere libera, come le stelle che non chiedono il permesso di esistere.

Adolescente, ho scoperto il fuoco nelle vene,
sogni grandi come l’universo e ferite invisibili.
Mi han detto: “Una ragazza non deve parlare troppo, né amare troppo, né sognare troppo”.
Ma io, io ho scelto di amare lo stesso,
di amare la vita, gli altri e soprattutto me stessa.

E poi sono diventata donna.
Una donna dai mille volti, dalle mille lotte,
una donna che dona la vita e che da sola la regge a fatica.
Ho amato, ho sofferto, ho riso, ho ballato.
Ho sopportato il peso degli sguardi e l’orgoglio delle vittorie.

Da madre, ho sentito sotto la pelle un battito estraneo,
una vita che cresceva nell’ombra del mio grembo.
Ho capito allora che il mio cuore non m’apparteneva più.

Ho visto i miei capelli farsi bianchi e le mie mani rugose.
Ogni solco della mia pelle era una storia,
una battaglia vinta, una lacrima asciugata, un’esplosione di gioia.

E ora che l’orizzonte si avvicina,
mi ergo dritta, fiera,
come un albero le cui radici hanno assorbito la vita fino all’ultima goccia.

Quando esalerò l’ultimo respiro,
chiuderò gli occhi con il sorriso di colei che ha vissuto,
che ha amato,
che, nonostante tutto,
era libera.

*****

[Traduzione di Giovanna Molinelli]

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