In un’altra vita, ho le ali.
In un’altra vita, so scrivere sopra i cieli… scrivere cose durante il giorno che saranno
innaffiate dal sole per poi guardarle sbocciare di notte… e sapere che posso coltivare la luce.
Un’anima torturata può diventare una torcia di luce… a causa del fuoco che conosci… l’incendio.
Mi sveglio ogni mattina e spolvero via la cenere dal mio corpo… il mio letto è un posacenere…
Fingo di essere una fenice. So che in un’altra vita avevo ali.
Può darsi fossi acqua… piena di me stessa, vuota di nulla… trasparente… pura. E la mia
poesia è il modo in cui io danzo con la luna.
Ma in questa vita, le mie poesie sono le braci che non potevo masticare o ingoiare.
In un’altra vita, nessuno degli amici soffre, nessuno vive una vita di sopravvivenza
e nessuno parte.
In un’altra vita, le donne hanno ali. I loro corpi sono a prova di proiettile, le clavicole
armature, il loro sangue è anti-cryptonite… e sono immense quanto il cielo.
E in un’altra vita ancora, riesco a scrivere meglio di così. Le parole non mi mancano. Posso disporle
sparpagliate nel cielo, vedere poesie sbocciare nella notte… così posso dire “Sono una poeta
con la bocca piena di stelle”*.
*Audre Lorde
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Traduzione di Loredana Magazzeni
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