Nelle foreste dimenticate dai nostri occhi inchiodati sulle curve di madame Tecnologia
Viscere si fanno macellare nel nome di una pseudo chirurgia
Grida di sgomento svaniscono nel canto impotente di Madre Natura
Di conseguenze immortali è inciso con lame il futuro
Nei nostri villaggi via dai nostri telefoni che ci bevono l’intelligenza
Via dai 4G, gli emicicli, le nostre sale conferenza
Bambine sono strappate dal conforto dell’innocenza
Forzate a esser donne e gettate in pasto alla sofferenza
Nelle nostre città assetate di fervore, freneticamente appassionate della dissociazione
Nel volgere di vicoli infestati da disumanità fino all’esagerazione
Spiriti dannati da una sete vampirica di stupida ricchezza
Si saziano del sangue succhiato da vene piene di giovinezza
Confidando nei muri eretti per proteggere la nostra esistenza
All’ombra degli sguardi distratti di genitori a caccia di mezzi di sussistenza
Piccoli corpi strappati dalle braccia dell’infanzia, ne han fatto martirio
Di dolore e torpore in una discarica di desideri che camuffano quell’abominio
Nella penombra delle nostre coscienze codarde
Paralizzate dalla paura d’infrangere il silenzio su un soggetto bastardo
Vive il fantasma di un angelo, senza più ali, dal sorriso offuscato
Risuonano i singhiozzi disperati di un’infanzia spezzata
Nel segreto della nostra omertà
La piccola dirimpettaia palese vittima di brutalità
All’ombra della nostra intelligenza
Un piccolo angelo con le dita bruciate come penitenza
Nelle nostre piccole vite senza storia, piene d’ignoranza
Occhi così giovani ahimè già vuoti di speranza
Nei solchi sconosciuti della nostra memoria
Una bambina rifugiata in paradiso per sfuggire alla sua storia
E noi a tutto questo come reagiamo?
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Tutti responsabili [Tous responsables, di Amina Mèliane Bamba Amee (Amee)]
Traduzione di Maria Luisa Vezzali
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