I miei momenti più bui sono quelli che mi portano al successo,
Ma esito quando mi domando: me lo merito?
Dove la mia ambizione si prosciuga
come un timelapse al contrario.
E parto alla ricerca di un grande Forse nella poesia.
Gli appunti si rannicchiano nei libri,
i passaggi si trasformano in ricordi,
la mia lingua riassorbe tutte le parole dette
che precipitano in un torrente di pensieri,
si staccano dalla pagina,
ogni lettera si alza
inghiottita dall’entrata di inchiostro di una penna,
una fiala di oscurità da cui è nato ogni pensiero
E io mi piego nella quiete,
ben mimetizzata nella natura selvaggia
Non si tratta del mio villaggio,
o della mia stirpe,
o delle persone
da cui ho imparato ad adattarmi.
La possibilità si accumula nei pensieri che creo,
una connessione che mi ricorda che la parola è un legame.
Gloria, una volta eravamo così tante parole
Gloria, le nostre dita erano segnalibri in altri mondi
Gloria, ascendevamo al cielo su stelle morenti
Gloria, avevamo imparato la lingua degli anni luce
Tesoro, avevo avvolto quei ricordi tra le lacrime
ma qualcosa ancora persiste dopo tutti questi anni.
È come una scintilla,
come l’inizio di qualcosa,
qualcosa che potrebbe dire un veggente,
che mi allontana,
il potere di dispiegare le lettere
Gioco con le parole e pago per far progredire le sillabe.
Ogni simbolo che dissotterro in versi
mi lega a un significato più grande,
mi fa crescere fino ad essere migliore, mi libera
e le pieghe della carta sono il mio modo di iniziare.
Spesso, il modo più veloce per cambiare è iniziare
Spesso, il passato remoto del dolore è la separazione
Spesso, il segno d’interpunzione della paura è l’amore
Quel che conta di più
è amare se stessi, sempre e malgrado tutto.
Liberare la mente in percorsi altri di conoscenza
per liberarti dei fardelli e dare forma al cambiamento.
Consenti a te stesso di creare una grande frattura
tra chi sei e chi avresti potuto essere
e nel divario scorgerai
un futuro che non avresti mai visto.
È tutto lì, il potere dell’immaginazione
La tattica tangibile del ribaltare la situazione,
di dimenticare le favole e riscrivere la storia.
Cominciare da zero, o meglio ancora, eliminare la sintassi,
la grammatica, le lettere
strappare la pelle, rompere le catene,
finché non esista né il peggio né il meglio,
finché non rimanga nient’altro che niente.
Quello che verrà non sarà più lo stesso
ed è questo che significa rinascere
come una pagina bianca.
Non tutte le storie sono una via di fuga.
Non tutte le poesie nascono per ricevere applausi.
Non tutti i talenti hanno un prezzo alto.
Non tutti gli impegni sono senza vita.
Non tutte le libertà sono inestimabili.
Non abbiamo scritto tutte le storie che ci sono.
Quello che abbiamo scritto può essere modificato.
Non tutti gli autori verranno citati,
ma l’ispirazione è un filo d’oro verso l’uscita,
o un cappio d’oro, comunque, un’uscita,
una possibilità, di cui approfittare.
In altre parole, nulla è garantito.
Persino il dolore di cui ti liberi ritorna sotto forma di fede
La fede arde lucente come il sollievo
che scorre silenzioso come la pace
e la pace punisce la comprensione, la rende compiacente
finché il desiderio diventa
un altro scompartimento a tenuta stagna
che si spacca con la perdita, una condanna alla tristezza,
una resa al dolore, una liberazione.
In altre parole, nulla è garantito.
Ti presento un altro ponte da bruciare.
Ogni tanto un’altra vita da guadagnare.
Ti presento possibilità all’infinito,
una melodia tagliata, ritagliata e avvitata.
Ti presento un nuovo, nuovo, nuovo te.
Ogni giorno, un nuovo te, te, te.
Ogni giorno, un nuovo, nuovo, nuovo te
Ogni giorno, un nuovo te, te, te.
***
The Gloria/Ascension [The Gloria/Ascension, di Gloria Kiconco]
Traduzione di Giulia Cerino
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