Tre fotografie di mia madre

Il suo viso perfetto 
mi guarda
la sua sensualità folgorante
in un abito corto e calze velate satinate
le ragazze degli anni Sessanta
belle da non credere.
Lei scruta attraverso l’obiettivo
come se il suo posto fosse qui e oltre
incantevole e incantata
dai tempi in cui i sogni di libertà erano ancora giovani
le ricchezze dell’Uganda
calde e frizzanti.

Mia madre negli anni Settanta
più cupa, ma dalla pelle
Ancora perfetta
gli anni ruvidi, delicati sulla sua giovinezza.
Il corpo coperto fino alle caviglie 
da un abito di nylon 
con le maniche lunghe che le accarezzano i polsi
un dolore si cela nella postura
l’ampio abito
non è perché lei sia vedova (per mano del Governo)
ma perché l’ha decretato il Governo.
La sua magnificenza e la sua eleganza
sembrano onorare il nome dato al vestito
Amin nvaako*.

Mia madre negli anni Novanta
un taglio corto e curato
 a domare i suoi ricci intricati.
Indossa un busuuti**
caratteristico di quegli anni
un ritorno a casa, il ritrovamento
di una pace incerta
la maturazione di una donna e della sua nazione
una conferma del riconoscimento delle difficoltà superate
una pausa per contare le sue sconfitte e le sue gioie
e un passaggio di consegne al futuro.

* Amin Nvaako significa “Amin lasciami essere” o “Amin lasciami in pace”.
Idi Amin è stato presidente/dittatore in Uganda dal 1971 al 1979

**Busuuti, lungo e colorato abito tradizionale

***
Tre fotografie di mia madre  [My Mother in Three Photographs, di Susan Kiguli]
Traduzione di Giovanna Molinelli e Marta Zonca

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