Librarsi sempre più in alto

il

Mi svegliavo di notte chiedendomi se
la mitezza che covava si sarebbe trasformata in lotta
Senza mai chiedere se scaricando in te la sua
insicurezza, la sua ansia, la sua incapacità
Il suo sperma e i suoi demoni avrebbero lavato via la tua purezza
la tua intensità, il tuo decoro
Con la faccia da bambina ti sei girata verso di me, con gli occhi fissi e spalancati
dopo che lui ti aveva allargato le cosce mi avevi guardata negli occhi
E le nostre anime si sono spezzate.
Nelle nostre menti avevamo trovato la scala sacra
Salivamo e guardavamo l’odio dall’alto, ci libravamo sopra di lui
per essere considerate
mascheravamo la nostra tristezza e cercavamo l’appagamento
Alimentate dal risentimento
E in alto galleggiavamo
Galleggiavamo nell’aria e galleggiavamo
Galleggiavamo, e galleggiavamo
Al di là dei suoi grugniti
Ci innalzavamo verso il cielo
E volavamo in alto e fluttuando
ci chiedevamo se fosse possibile morire mentre si vola nei cieli?
Una volta tornate sentivi bruciare le tue viscere.
Il mio appello silenzioso: perché non posso prendere il tuo posto, così saresti libera?
seguiva la sua incerta e goffa ritirata nell’ombra
nella sua bottiglia di birra
Poi ricomponevo i tuoi pezzi
Così fragile, un tempo agile,
ma ora appesa a un delicato filo.
E ti promettevo che la prossima volta
ci saremmo librate sempre più in alto, più veloci, e più lontane e non saremmo mai più tornate.

Traduzione di Pina Piccolo

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