Urlo, grido
Basta per favore basta
Non farle più male
Non è stata fatta per questo. Il suo corpo non può sopportarlo,
O forse può, almeno è quello che lei pensa ora.
Solo perché un osso diventa più forte una volta rotto, non significa che tu debba romperlo,
l’osso diventa più forte, ma non è più lo stesso.
Lei ama organizzare, come per mettere ordine nei suoi pensieri.
Ha detto “Non ce la faccio più” con una voce che suona più mia che sua
Ogni giorno sfoggia il suo sorriso come se avesse appena fatto una doccia con petali di rosa invece di acqua fredda per attutire il dolore
Come se le fossero stati dati baci invece di pugni.
Sorridendo come se fosse stata lei a dare calci,
Come se a essere distrutto non fosse solo un tavolo, un vaso, una mascella, una mente.
Una persona distrutta, troppe cose distrutte… ma lei ama organizzare.
Prendere tutti quei piccoli frammenti, rimetterli assieme, cercando di dare un senso alle cose.
Forse il corpo della donna è stato fatto solo per essere lacerato e distrutto dalla mano di un uomo.
La reputazione di una donna è tutto.
Dio non punisce i nostri genitori per gli atti dei loro figli, ma per gli atti delle loro figlie.
È come se أَلَّا تَزِرُ وَازِرَةٌ وِزْرَ أُخْرَى (Allataziruwaziratunwizraokhra)* la redenzione non esistesse.
Forse siamo state sepolte vive sotto la sabbia ai tempi dell’età dell’ignoranza jahiliyyah**, ma ora siamo sepolte sotto il peso della società, siamo sepolte sotto il peso di essere donna in una società che non conoscerà mai veramente il significato della parola Giustizia, o della parola “no” pronunciata da una donna.
Le uniche frasi che possono o vogliono sentire sono “mi dispiace” “non lo farò più” “sì, ho sbagliato” “è stata colpa mia”
Ma come possiamo continuare a scusarci per essere vive?
Siamo tutte fatte di crepe, di ossa spezzate, di tavoli spezzati, di vasi spezzati, di mascelle spezzate, di sorrisi spezzati, della sottomissione ereditata dalle nostre madri, nonne e quelle prima di loro, e quelle precedenti, e quelle precedenti ancora, all’infinito.
Le femmine generano la vita, ma non conoscono… mai… davvero… cosa significhi vivere.
* أَلَّا تَزِرُ وَازِرَةٌ وِزْرَ أُخْرَى (Allataziruwaziratunwizraokhra): Nessuno porterà il fardello di un altro nel Giorno della Resurrezione. Ovvero, ogni anima porterà le proprie ingiustizie, siano esse incredulità o peccato, e nessun altro porterà il suo peso del suo peccato, come afferma Allah.
** ai tempi della jahiliyyah: è un concetto islamico che si riferisce al periodo e allo stato delle cose in Arabia prima dell’avvento dell’Islam. Viene spesso tradotto come “età dell’ignoranza”.
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Traduzione di Maria Luisa Vezzali
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