Feticizzata
Quanto valgo è
misurato in taglie
del reggiseno e del culo.
L’integrità è compromessa
e accantonata.
Parti del corpo identificate
controllate e sessualizzate.
Dicono che sia
l’ondeggiare del mio bel didietro
la goffaggine del mio seno
la pienezza delle mie labbra
e l’arco della mia schiena.
Oggettivata dai media
la mia nudità è
spiattellata sui cartelloni pubblicitari
Venduta in video musicali
volgari e riviste pornografiche.
Corpo barattato in valuta estera
per un assaggio di esperienza esotica
venduto per essere consumato.
Sono soltanto un esperimento
un prodotto da disprezzare.
La società patriarcale
infanga il mio nome
con una percezione distorta
del mio corpo.
Lasciva, incapace di amare.
Una donna bellicosa
con un insaziabile appetito sessuale.
La mia carnagione è
volgarmente apprezzata
con commenti sessisti,
ma non desiderata.
Palpeggiami in pubblico,
mettimi in ginocchio
perché in qualche modo
la mia storia mi ha reso
una schiava sessuale
e la cultura dello stupro
non è altro che una leggenda.
Il suo ego deve essere gratificato.
Stereotipata
Sono la proverbiale donna nera incazzata
che sventola il cartello sporco di sangue
e che maledice tutti
come se il mondo le dovesse qualcosa.
Il mondo non mi deve niente!
Gli archetipi della mia storia
imbrattano le pareti dei laboratori
come eredità del colonialismo
impresse nella mia coscienza.
Sono un simbolo di trauma e degrado.
Indosso il velo della vergogna che
Sarah Baartman indossava quando
veniva esibita nei Freak show
di Londra e Parigi.
“Troppo”, dicono!
“Ѐ troppo!”
“Carolyne, quel vestito
non valorizza le tue forme”.
“I tuoi capelli sono crespi
hai bisogno di usare un po’ di cera”.
Ma vedi, non posso controllare
il modo in cui le mie cosce
si strofinano quando cammino.
O il modo in cui il mio culo
rimbalza quando cammino.
Aneddoti della mia femminilità
lasciano sgocciolare frammenti
della mia identità
lungo le cosce.
Influenzano il modo
in cui vedo me e te
negli egemonici ritratti
della mia identità
di donna africana.
Ma io, indosso
questo corpo
con estremo orgoglio.
***
Ipersessualizzazione della donna africana [Hypersexualitation of the African woman, di Carolyne Afroetry]
Traduzione di Giovanna Molinelli
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