I miei appunti

Epiphanie Dionrang – Festival N’Djam s’enflamme en Slam, ottobre 2017

Ci sono notti che partoriscono giorni assenti
Ho attraversato tenebre che gelano il sangue
quando la fede si raffredda
e non gira più l’ora
la speranza è il sole che spegne le nostre paure e i dolori


Faccio parte delle migliaia di genti che vorrebbero afferrare la vita tra i denti
Ma che spariscono per questo
cantilenando continuamente che la vita non ha senso
Io sono anti pessimista ma pro attenzione
Allora che c’è di più normale che cogliere la mia occasione?
Poiché io ho vita per grazia di Dio, signore misericordioso di tutto l’universo
Niente più mi turba, non più incerta è la mia strada, sicura del mio scudo
con fiducia avanzo e serena.
Riempio il vuoto della mia vita e abbraccio le anime pie
A lungo ho asciugato le mie lacrime, oggi impregno i miei occhi
A lungo afflitta non mi sono mai sentita meglio
Avevo visto il paradiso a due passi, quanti hanno perso la gioia di essere!
Se ti racconto la mia vita, quella vera
I tuoi occhi porteranno le mie braccia ma io ho sempre trattenuto le lacrime


Ci sono notti che partoriscono giorni assenti
Ho attraversato tenebre che gelano il sangue
quando la fede si raffredda
e non gira più l’ora
la speranza è il sole che spegne le nostre paure e i dolori


Ogni giorno scrivo i miei sentimenti sulle pagine nere di emozioni
Ogni giorno grido i miei patimenti su onde di pulsioni
Amico! Anche se ci alziamo di buon ora,
sappi che il sole brilla ma brucia pure
Il sorriso rasenta il pianto, è così!
Ma la gioia gioca con la pena prima di poterla vincere
Non è un testo per convincere
Ma io! Io muoio con la penna in mano
Quando la vita annega le mie speranze
Io!
Io evado al chiaro di luna quando il sole rifiuta di brillare
quando sono al buio
Poiché, ho capito che è prendendoci gioco dei nostri sogni
che riusciamo a spegnere la fiamma
Mi rinchiudo nella scrittura per aprirmi alla felicità
Io! Fragile e Forte
Io! Donna</p

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[Su gentile concessione dell’autrice]

Traduzione di Silvia Miguidi

Link all’originale  

Note di traduzione: nella lingua parlata da anglofoni o francofoni nel continente africano si trovano a volte irregolarità grammaticali che obbligano talvolta chi traduce a riconoscere che la correttezza grammaticale è programmaticamente secondaria rispetto alle dinamiche dell’espressione orale e smart.

Per intenderci, è per esempio tipico del francese, pur scritto, ma usato in chat o nei messaggi su cellulare, l’uso della desinenza -er dell’infinito in sostituzione delle forme verbali coniugate in -é, -ée, -és o -ées).

Chi traduce deve cioè partire da un consapevolezza: lo slam non è prigioniero della correttezza grammaticale, poiché in esso, per la sua stessa natura, il primato appartiene all’oralità.

Siamo di fronte a testi in cui la poesia si nutre di forme del linguaggio parlato e della cultura smart ed in cui la trascrizione è dunque al servizio innanzitutto della voce e della comunicazione tra un dicitore ed uno o più ascoltatori. Vanno considerate altresì le diverse pronunce o usi locali del francese, di cui di conseguenza anche la lingua scritta risente.

Queste riflessioni valgono per molti dei testi che abbiamo finora tradotto, sia dall’inglese, ma principalmente dalla lingua francese. Nella fase di editing siamo quindi sempre obbligati a riflettere e a decidere se e quando lasciare l’originale con i “refusi” grammaticali o meno.

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