Più volte al giorno
lo stesso spettacolo
in onda nei recessi
di una mente collettiva
mentre si rifugge
dal messaggio trasmesso:
“Fermate la carneficina! Fermate la carneficina! Fermate la carneficina!”.
Il bla bla della psicologia
nel mondo dei suoni
dove i predicatori di strada
urlano verità a caso
alla folla insospettita.
Lo sanno, lo sanno,
certo che lo sanno tutti
e hanno saputo con che cura
nascondere mezze verità
e stratagemmi senza esito per cancellare
silenziosamente l’umanità.
Più volte al giorno
lo stesso atto
dello stesso dramma
continuamente ripetuto
finché non ha alcun impatto
e non sentiamo alcun dolore
eppure gridiamo:
“Basta con le bugie! Smettete di mentire! Basta con le bugie!”.
Risposte schizofreniche
a un’infinità di tempi turbolenti
che annunciano il loro arrivo
a orecchie solidali,
la prepotenza della psicoanalisi
che la strada non riesce
del tutto a sgombrare
per la cura illuminata
pronta a osare
Più volte al giorno
la stessa scena dello
stesso dramma
rappresentato a
un pubblico cieco
che rilascia proporzioni incredibili
di splendore
mentre vede
l’ingiustizia dilagare! L’ingiustizia dilaga! L’ingiustizia dilaga!
La psicopatia del capire
come gestire le ondate di malignità con
una definizione di libertà
a doppio taglio.
Più volte al giorno
la stessa battuta dello
stesso dramma
pronunciata in
un silenzio assordante,
nel contempo ruggito,
sussurrato, domandato,
supplicato, delicata
nota di empatia
perché so come dato di fatto che è
a conoscenza della vecchia massima:
“Il mondo è un palcoscenico il mondo è un palcoscenico
tutto il mondo è un palcoscenico”.
Più volte al giorno
si estrae lo stesso dolore
si commercia lo stesso dolore
si colpisce lo stesso dolore
mentre si estraggono i gioielli
i gioielli di madre terra
in nome di qualcosa di insensato
e che s’inceppa se
sottoposto al vaglio
dell’indagine innocente di un bambino:
Qual è la tua eredità?
Il mondo è un palcoscenico il mondo è un palcoscenico
Tutto il mondo è un palcoscenico.
Traduzione di Pina Piccolo
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