Sulla riva, seduto su un fagotto di speranza,
Il suo cuore oscilla tra
Il grido di saturazione nella sua mente e
Il dolore silenzioso della sua anima
Non si tratta affatto di pigrizia
Non si tratta affatto di scarsa combattività
Ma, ditemi,
Cosa resta a un uomo onesto
Che non teme più il confronto con la morte?
Ditemi, chi, dunque
Può riaccendere una candela già consumata?
La resa non è un’opzione
Perché di fronte alla speranza siamo tutti uguali
La vita può sicuramente prosciugare la fede
Ma prima che avvizzisca
Possono piovere benedizioni
Ti chiamo
Ti canto
Tu che hai scelto di lottare contro il mare
Tu che scegli di partire all’avventura
Per diventare qualcuno
Lascia dunque che ti chiami
Lascia dunque che ti canti
Raccogliere i frammenti di speranze
E interi portarli a fatica
Gettare un ultimo sguardo a
Una quotidianità che d’ora in poi
Desidera conservare nei ricordi
Si dirige verso la riva
Per affrontare la sua paura
Quella paura che posta fronte a sé stessa
Va, viene, schiuma, brucia
E naufraga sulla riva.
Ma lui, lui sa dove andare
Con l’obiettivo di risorgere,
Dove andare per inseguire questo vento
Dove andare per correre alla ricerca di ricchezze
Che intende condividere con la sua famiglia
Sì, lui crede di sapere dove andare
Con l’unico obiettivo di risorgere
Ti chiamo
Ti canto
Tu che hai scelto di lottare contro il mare
Tu che scegli di partire all’avventura
Per diventare qualcuno
Lascia dunque che ti chiami
Lascia dunque che ti canti
Sulla riva, seduto sul suo fagotto di speranza,
Il suo cuore oscilla tra
Il grido di saturazione nella sua mente e
Il dolore silenzioso della sua anima
Mentre la polvere adorna i suoi piedi
E il sudore imperla il suo viso
Forte dei suoi amuleti e gris-gris
Si crede pronto alla battaglia finale
Contro il mare, qualunque siano le conseguenze
Lo sguardo perso nel vuoto
Sulla riva seduto sul suo fagotto di speranza,
Chi sarà dunque il vincitore in questa storia?
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Traduzione di Marta Zonca
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