Nya Ku Toc

Ha un che di sarcastico come le ragazze di 17 anni

che dovrebbero cantare 

“La pecora nel bosco” o “La vecchia fattoria”

Cantino canzoni che recitano

Lui mi ha solo usato, lui mi ha solo usato.

Ha fatto a pezzi il mio cuore, ha rubato la mia verginità.

E così via.

E ti chiedi dove le ragazzine imparino certe canzoni.

 

Questa poesia è stata ispirata dalla malattia o dal benessere mentale.

Devo ancora capirlo.

Non so se dare la colpa a lei o alla società.

 

Vedi questa stessa ragazzina,

All’età di 2 anni è seduta comodamente in grembo a sua madre.

“Conto su di te, tesoro”, dice la madre

Perché i Dinka dicono Nya ku toc, una donna è come uno stagno 

Anche a 5 anni, portava su di sé tutte le speranze.

 

A 13 anni, si esibisce nelle danze tradizionali in casa,

A 15 indossa achot* e tung**

Diventa la preferita dei lottatori

Quella che fa muovere e ondeggiare il corpo dietro di lui.

Splende agli occhi degli uomini

Che credono che il suo giardino sia una tessera a punti.

 

Dallo stadio a casa

Gli uomini la seguono a frotte.

Il sentiero diventa sempre più breve e più dolce,

Sempre più breve e più dolce.

Finché non si rende conto:

“Sono un pavone” e comincia a flirtare.

“Sono un usignolo” dice con voce suadente.

 

Le risate e i gemiti la divertono

Crede che nya ku toc significhi questo.

Ma non sbaglia perché non è consapevole.

Se solo avesse frequentato qualche lezione,

Almeno qualcuno le avrebbe detto

Che la bellezza senza cervello crea sofferenza nella sfera intima.

Ma invece le si trasforma in un gufo

Che vola inseguita dal presagio

Che nessuno la vorrà più.

 

All’età di 17 anni,

Muore con ogni canzone che canta

Perché la società le ha voltato le spalle

Dicendole che i suoi modi sono marci.

La stessa società che ammirava i suoi seni,

Ora la accusa perché non produce latte.

La stessa società che ha affilato lingue lunghe e infuocate

Dicendole che sarebbe diventata una vecchietta prima di sposarsi

Dicendole ita bi nyoro, tu soffrirai,

Perché non è riuscita spogliarsi in casa di un estraneo.

 

Convinta che siano nel giusto,

Trasforma il suo tempio in un inno alla lussuria.

La società che ha fatto marcire i suoi modi.

Non è la stessa società in cui vive?

Qualcuno sa che i suoi modi non erano marci?

 

Nei suoi giorni più bui, vorrebbe essere una poeta.

Il suo cuore sanguina a morte.

I suoi occhi vedono incubi.

Le suo orecchie assordate dagli spari delle accuse.

Muore prematuramente.

Spera di continuare esistere tra le nuvole.

E vorrei non essere lei per potermi sentire viva.

*****

*Achot: gonna tradizionale indossata dalle ragazze

**Tung: braccialetto d’avorio, resistente e costoso, che deve essere spezzato per essere tolto dal polso.

[Su gentile concessione dell’autrice]

Traduzione di Gaia Resta

Link alla versione originale

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