“Guibouga Mamodile” significa “piantagione d’arachidi” in Gisir, una lingua del Gabon. È anche il nome di mia madre e questo poema è un omaggio a lei.
Una donna abita il mio cuore
Radicata fino alle profondità della mia essenza
Una donna condivide la mia linfa
Albero della mia corteccia
Carne del mio sangue
E se spesso coltivo
È per il mio viso, per far germogliare un sorriso
Una donna abita il mio sogno
E io sono il suo
Motore di ciascuno dei miei passi
Lei è tutto e io il punto della i di niente
E se a volte mi crescono le ali
È per i suoi occhi che colgo qualche stella
Una donna abita le mie rivolte
Residente onnipresente delle mie resistenze
Concime della mia coscienza cittadina
Una donna alimenta i miei gesti audaci
Spegnendo le braci della paura e della rabbia
Frenando i venti delle mie tempeste
E se spesso lotto
È per conquistare per lei qualche lotto di libertà
Una donna abita la mia parola
Affinché non possa mai tacere
Perdersi, svendersi
Affinché non sia affatto falsa, folle, confusa
Ricoprendo la mia lingua di coraggio
Il mio verbo di verve
E se a volte alzo la voce
E se spesso oso dire
E se non ho il coraggio di tacere
E se parlo
È per lei che porto il messaggio d’Amore al mondo
Una donna abita le mie speranze
Di un avvenire indipendente
E se spesso la voglia di costruire mi prende
È per lei e i suoi bambini
È per farla stare sempre al riparo
Dal bisogno e dalle intemperie
Una donna ha per abito i miei cammini di luce
E se spesso avanzo con sicurezza
È perché la notte non ha più ragione d’essere per me
E se sempre brillo
È perché sono diventata un piccolo sole
Figlia di un sole eterno
Una donna abita ciò che sono
Quello che faccio
Una donna abita dove vengo
E dove vado
Mia madre abita la mia Fede
E parecchie delle mie scelte
Mia madre in me ha ed è un tetto.
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[Su gentile concessione dell’autrice]
Traduzione di Sara Federico
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